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Abbiamo ritrovato l'antica scritta “Casa della dottrina cristiana”, 3 lastre di pietra rotte in 6 pezzi. Quest'iscrizione rotta rappresenta il crollo del sistema catechismo che per secoli ha guidato le giovani generazioni all'istruzione della dottrina. E' stato un sistema di vita che ha ben funzionato per tanti secoli. Per imparare si doveva rispondere con prontezza alle domande-risposta che le catechiste dettavano a memoria.

Il velo del tempio

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“Ed ecco il velo del tempio si squarciò” (Mt. 27,51).
Al momento della morte di Gesù il velo del Tempio di Gerusalemme si spezza. E' la rottura vera e propria con l'Antico Testamento, lo stacco col precedente sistema. Non è la fine di tutto, da lì inizia la novità assoluta della resurrezione di Gesù, mistero profondo che innesta novità nella nostra fede.
Pensando ad una collocazione stabile di questa preziosa testimonianza del glorioso passato, ho pensato di piantare un maestoso ulivo sul sagrato, mettendoci intorno le pietre in ordine sparso. Tra il ghiaino e le radici possenti le pietre sembrano cadere, rovinare a terra. Ci richiamano anche l'idea di una semina: veniamo sempre dal nostro passato.

Un germoglio

“Un germoglio spunterà dal tronco di Jesse” (Is 11,1).
Da una radice che sembra secca nel passo del profeta Isaia, come dal grosso tronco di olivo che sembra morto, nasce un'inaspettata novità di vita. Nella Bibbia questa novità viene dal Signore Gesù che nasce a Betlemme, città di Davide, figlio di Jesse.
Al centro, davanti all'ulivo, una scultura lignea che rappresenta il libro della nostra fede, la Bibbia con il versetto di Giovanni:
“Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6).
Questo versetto ci ricorda la linfa vitale: l‟incontro con il Signore.
E' Lui che ci mostra davanti la via,
Lui che ci svela la verità,
Lui che ci fa sentire vivi.

Via, Verità, Vita

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​I tre campanili di Arcole

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I tre campanili di Arcole



 Esisteva, a fianco della'arcipretale, una torre campanaria di appena 20 metri di altezza col tetto a quattro spioventi (le campane erano a 17 metri).

Una iscrizione sul lato sud del campanile segna la data 1684 M.G. data di probabile riduzione di questo al suo ultimo stato.

Esiste nell'archivio di stato a Venezia una pergamena che presenta la cuspide com'era prima che cadesse.

Nel 1930 si volle innalzare il campanile, infatti la parrocchia aveva esteso il suo territorio grazie alla bonifica Zerpana e la chiesa non riusciva più a far udire la sua voce alla popolazione che si era installata nei campi redenti; si rendeva necessario dunque innalzare la cella campanaria.

Dopo una ricognizione fu dato il nulla osta all'innalzamento anche contro l'obiezione che alcuni sollevavano circa l'utilizzo del campanile durante la battaglia del 15-16-17 novembre 1796 vinta da Napoleone che tanto lustro diede al paese.

Si procedette dunque alla demolizione della cella fino all'altezza di 14 metri e da lì si innalzò il nuovo fino all'altezza di 57 metri.

La bella torre fu inaugurata il 7 dicembre 1930 e su di essa fu posta una statua in rame sbalzato raffigurante San giorgio che configge l'asta (croce e parafulmine allo stesso tempo) sul dorso del drago che egli calpesta.La statua poggiava su biglie per poter girare con facilità secondo il vento.

Inoltre furono rifuse le campane e riconsacrate. La maggiore pesa q. 16 e raffigura ed è dedicata all'Annunziata (Do). La seconda pesa q. 10,96 ha il nome di San Giorgio(Re). La terza pesa q. 7,96 e ha il nome di Sant'eurosia(Mi). La quarta pesa q. 6,63 e ha il nome di San Giovanni Nepomuceno(Fa). L'ultima pesa q. 4,72 e ha il nome di Sant'Amelia(Sol).

Dunque il peso totale ammonta a 46,27 quintali.

Il 15 ottobre 1950 dopo appena vent'anni dal suo innalzamento con grande fragore il campanile cade e si riversa parte sulla chiesa e parte sull'oratorio.

La notizia ha risonanza tanto che compare anche sulle pagine del Corriere della Sera non per la rovina del campanile ma soprattutto per non aver nè ucciso nè ferito alcuno.

Scrive Don Felice Penzo parroco in quel periodo:

" Il mio pensiero va anche al 1930 quando cifu chi pensò di innalzare un campanile di 57 metri sopra 14 metri di un vecchio torrione: chi scrive allora non c'era, ma purtroppo conobbe poi per anni i gravosi sacrifici per pagare i debiti della costruzione del campanile, di questo gigante dai piedi di creta".

Comunque la popolazione, ed in particolare il suo Parroco, non si persero d'animo e il 15 ottobre 1957 fu inaugurato il nuovo campanile alto m. 70,40.Nel crollo rimasero intatte le campane che furono ricollocate al loro posto.

La statua di San Giorgio in rame sbalzato fu conservata e restaurata nel 1997.
Attualmente la statua si trova all'interno della chiesa parrocchiale. 




Parrocchia
​S. Giorgio in Arcole

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Tel. 045 7635029
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